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italo zidda

Vorrei descrivere il caso clinico della signora C.M. di 40 anni che da circa due settimane presenta una lombalgia acuta. Come per ogni mio paziente sono solito accoglierlo nella sala d’attesa, prima per stabilire un rapporto di fiducia ed empatia, ma soprattutto per iniziare l’osservazione che, nelle sue movenze ha già molto da raccontarmi.

La signora C.M. nell’occasione, fece difficoltà a staccarsi dalla sedia e nell’avvicinarsi a me, la sua postura flessa e leggermente inclinata sul suo lato dx mi indicava con molta probabilità una psoite in corso, ma ciò che catturò la mia attenzione, fu il sostenersi l’addome con entrambe le mani. La storia dei suoi fastidi risaliva a circa 10 giorni, iniziati con forti disturbi addominali, quali gonfiori, meteorismo, colite e diarrea e successivamente all’associarsi di forti dolori lombari, sotto diaframmatico e nella fossa iliaca interna destra. Era chiaro, nella mia mente, una linea guida su cui procedere e iniziare le mie valutazioni approcciando l’addome della mia paziente.


Test di ascolto fasciale con inibizione e/o di chinesiologia sono utili a restringere il campo d’indagini permettendo di localizzare disfunzioni o fissazioni viscerali. Il risultato dei test e la mia esperienza mi porta ad indagare più precisamente sul COLON. Tramite i test di densità e di stiramento ho valutato le singole porzioni del quadro colico, denso, morbido ossia se la porzione è dilatata o gonfia ecc., se il segmento è estensibile o no; ho valutato e testato l’apertura degli angoli colici, i legamenti sospensori stabilizzatori (leg. Appendico-ovarico, colicofrenico dx e sx, parietocecale int. ed ext. ecc.) valutandone la loro elasticità, e successivamente la valutazione delle singole porzioni coliche. Conclusioni: ho riscontrato un addome dolente, denso e gonfio in particolare nella porzione della V.I.C. e nella porzione ascendente e trasverso del colon, il muscolo diaframma teso con respiro corto e Psoas e quadrati dei lombi decisamente interessati.

Prima seduta: il trattamento osteopatico ha un approccio sempre olistico iniziato in questo caso con un lavoro di riequilibrio craniale e dei tre diaframmi, rilassamento del muscolo diaframmatico e solo successivamente ho approcciato l’addome del mio paziente. Ogni buon trattamento è ragionato e deve seguire una logica perciò il mio approccio all’addome avviene a ritroso: dal retto (come nel percorso del linfodrenaggio, libero l’uscita e poi il resto). Il trattamento del retto mira all’allungamento con tecniche recoil in direzione craniale alla ricerca della massima tensione fasciale sui piani dello spazio, cosi a ritroso sono passato al sigmoideo con stiramenti dei leg. Parietocolico est e del mesocolon pelvico per ridare una buona armonia e elasticità legamentosa. Ho liberato aprendo gli angoli colici dx e sx, ho aperto e liberato la giunzione ileo-cecale e successivamente lavorato il mesentere e i leg. parietocecale int / est e appendico-ovarico. In seguito ho trattato il colon ascendente, trasverso e discendente in allungamento, mobilizzando per defibrotizzare e lavorare sulla fascia di Todt (ascendente e discendente), mentre per il trasverso sui tempi respiratori diaframmatici. A seguire armonizzazione fasciale dell’addome e indicazione ad un’alimentazione attenta e riguardata, soprattutto priva di latte e derivati.
Seconda seduta: la seduta è stata eseguita a 15 giorni di distanza dalla prima con controllo telefonico a 7 giorni per assicurami che tutto procedesse al meglio. La paziente ha avuto la completa remissione della sintomatologia addominale ed una notevole riduzione della lombalgia, trattata nell’occasione con esiti positivi.

Vorrei descrivere il caso clinico della signora C.M. di 40 anni che da circa due settimane presenta una lombalgia acuta. Come per ogni mio paziente sono solito accoglierlo nella sala d’attesa, prima per stabilire un rapporto di fiducia ed empatia, ma soprattutto per iniziare l’osservazione che, nelle sue movenze ha già molto da raccontarmi.

La signora C.M. nell’occasione, fece difficoltà a staccarsi dalla sedia e nell’avvicinarsi a me, la sua postura flessa e leggermente inclinata sul suo lato dx mi indicava con molta probabilità una psoite in corso, ma ciò che catturò la mia attenzione, fu il sostenersi l’addome con entrambe le mani. La storia dei suoi fastidi risaliva a circa 10 giorni, iniziati con forti disturbi addominali, quali gonfiori, meteorismo, colite e diarrea e successivamente all’associarsi di forti dolori lombari, sotto diaframmatico e nella fossa iliaca interna destra. Era chiaro, nella mia mente, una linea guida su cui procedere e iniziare le mie valutazioni approcciando l’addome della mia paziente.

Test di ascolto fasciale con inibizione e/o di chinesiologia sono utili a restringere il campo d’indagini permettendo di localizzare disfunzioni o fissazioni viscerali. Il risultato dei test e la mia esperienza mi porta ad indagare più precisamente sul COLON. Tramite i test di densità e di stiramento ho valutato le singole porzioni del quadro colico, denso, morbido ossia se la porzione è dilatata o gonfia ecc., se il segmento è estensibile o no; ho valutato e testato l’apertura degli angoli colici, i legamenti sospensori stabilizzatori (leg. Appendico-ovarico, colicofrenico dx e sx, parietocecale int. ed ext. ecc.) valutandone la loro elasticità, e successivamente la valutazione delle singole porzioni coliche. Conclusioni: ho riscontrato un addome dolente, denso e gonfio in particolare nella porzione della V.I.C. e nella porzione ascendente e trasverso del colon, il muscolo diaframma teso con respiro corto e Psoas e quadrati dei lombi decisamente interessati.

Prima seduta: il trattamento osteopatico ha un approccio sempre olistico iniziato in questo caso con un lavoro di riequilibrio craniale e dei tre diaframmi, rilassamento del muscolo diaframmatico e solo successivamente ho approcciato l’addome del mio paziente. Ogni buon trattamento è ragionato e deve seguire una logica perciò il mio approccio all’addome avviene a ritroso: dal retto (come nel percorso del linfodrenaggio, libero l’uscita e poi il resto). Il trattamento del retto mira all’allungamento con tecniche recoil in direzione craniale alla ricerca della massima tensione fasciale sui piani dello spazio, cosi a ritroso sono passato al sigmoideo con stiramenti dei leg. Parietocolico est e del mesocolon pelvico per ridare una buona armonia e elasticità legamentosa. Ho liberato aprendo gli angoli colici dx e sx, ho aperto e liberato la giunzione ileo-cecale e successivamente lavorato il mesentere e i leg. parietocecale int / est e appendico-ovarico. In seguito ho trattato il colon ascendente, trasverso e discendente in allungamento, mobilizzando per defibrotizzare e lavorare sulla fascia di Todt (ascendente e discendente), mentre per il trasverso sui tempi respiratori diaframmatici. A seguire armonizzazione fasciale dell’addome e indicazione ad un’alimentazione attenta e riguardata, soprattutto priva di latte e derivati.
Seconda seduta: la seduta è stata eseguita a 15 giorni di distanza dalla prima con controllo telefonico a 7 giorni per assicurami che tutto procedesse al meglio. La paziente ha avuto la completa remissione della sintomatologia addominale ed una notevole riduzione della lombalgia, trattata nell’occasione con esiti positivi.

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