Scritto da

Davide Lorenzon

Il parto è imminente, siamo alla fine della gestazione e dobbiamo mettere la donna in condizione di poterlo affrontare nelle condizioni migliori e con le risorse migliori.

La difficoltà di questo trattamento parte dalla decisione del timing, dobbiamo scegliere una data che sia sufficientemente a ridosso del parto ma senza rischi eccessivi di non arrivare in tempo se la donna anticipa il termine.

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PREPARAZIONE AL PARTO

Al termine della gravidanza la placenta comincia ormai ad invecchiare, fa sempre più fatica a soddisfare il fabbisogno del bambino e questo comincia a creare una reazione nel feto. In questo modo cominciano ad attivarsi le prime avvisaglie che porteranno ai prodromi del parto: contrazioni sporadiche, irregolari, che cominciano a conformare i tessuti dell’utero alla fase di attività che lo aspetterà durante il parto.

In quest’ultima fase della gravidanza la pancia in genere si abbassa, la donna percepisce una costante sensazione di peso e un certo indolenzimento al basso ventre: è il bambino che con la testa (parte presentata più frequentemente) si adatta all’ingresso del bacino e comincia a “farsi strada”.

Abbassandosi il ventre avremo un aumento dello spazio disponibile per le escursioni del diaframma toracico e quindi una migliore respirazione della madre. Aumenterà il peso sulla vescica e di conseguenza spesso diventano molto frequenti gli stimoli alla minzione.

Proprio a causa di queste variazioni verranno sollecitate tutte le componenti del bacino osseo e muscolare e quindi sarà importante controllare che questo possa rispondere in modo elastico.

Che cosa controllare:

  • Sacro-iliache e sacro

La testa si fa spazio nel distretto superiore, si incunea tra gli iliaci ed il sacro, dobbiamo verificare che le sacro iliache siano libere di fare bene il loro movimento, che non ci siano lesioni traumatiche di iliaco o di sacro che andrebbero a rendere difficoltoso questo passaggio.

Al momento del travaglio il sacro, per accompagnare la discesa e la rotazione della testa dal distretto superiore al distretto medio, dovrà poter fare liberamente il suo movimento di flessione inizialmente e di estensione successivamente per permettere al diametro maggiore della testa di scendere.

Nostra premura sarà controllare e lavorare affinché il movimento del sacro sia il più libero possibile e l’elasticità del tessuto osseo sacrale abbia una buona qualità. Dopo la liberazione articolare, andremo per questo motivo a fare un modellage sacrale

  • Coccige e pavimento pelvico

Altro distretto che può fungere da freno alla discesa del bimbo è il coccige. Se la mamma ha avuto traumi precedenti e ha un problema di mobilità dei questo distretto dovremo mobilizzarlo per permettergli di adattarsi al passaggio della testa.

Un distretto osseo in lesione frequentemente porta a squilibri di tensione della muscolatura che li prende origine o inserzione. Questo è particolarmente importante da ricordare rispetto al coccige per l’inserzione dei muscoli del pavimento pelvico (in modo particolare il fascio pubococcigeo dell’elevatore dell’ano ma anche l’ischio-coccigeo e l’ileo-coccigeo). Una tensione anomala o asimmetrica di questi fasci potrà facilmente creare dei problemi o rallentamenti nella fase espulsiva e potenzialmente portare alla necessità di una episiotomia e quindi virare verso un parto operativo.

Durante la seduta andremo a valutare la mobilità del coccige agendo per via esterna, valuteremo la mobilità in laterale, in rotazione assiale faremo l’ascolto del movimento spontaneo facendo successivamente un riequilibrio attraverso uno srotolamento fasciale.

Andremo poi a sentire l’elasticità del pavimento pelvico dai due lati per poterla confrontare ed eventualmente riequilibrare.

  • Riequilibrio 3 diaframmi 

Oltre al diaframma pelvico andremo a valutare la liberta di movimento anche del diaframma toracico e cranico rispettivamente per la respirazione (fondamentale nelle fasi di spinta e di stasi tra una contrazione e l’altra) e per il riequilibrio del cranio. Quest’ultimo sarà finalizzato al favorire la produzione di ossitocina (prodotta dai nuclei ipotalamici sopraottico e paraventricolare e poi secreto nella neuroipofisi contenuta nella sella turcica) e al drenaggio dei seni cavernosi della base cranica implicati nella captazione di questo ormone.

Andremo a controllare che il diaframma non sia in lesione di inspirazione o espirazione ed eventualmente andremo a correggerlo.

A livello cranico valuteremo la mobilità di occipite-sfenoide e temporali (punti di inserzione del diaframma cranico) e poi faremo un drenaggio venoso della base cranica e dei seni laterali e libereremo la sutura occipito mastoidea (in modo particolare il braccio orizzontale) per la presenza del foro giugulare.

  • Posizioni del parto

Sempre più ospedali concedono una posizione del parto libera e seguono la donna durante il travaglio dandole la possibilità di assumere la posizione più confortevole e di modificarla a suo piacimento man mano che il travaglio prosegue. Spesso durante i corsi pre parto vengono viste con l’ostetrica le diverse posizioni in cui poter vivere questo momento. Può essere una cosa utile rivederle assieme per dare un’ulteriore possibilità alla neo mamma di risolvere ogni possibile dubbio riguardo le diverse posture. È importante che le conosca per avere un bagaglio di alternative che la possono rendere adattabile alle sensazioni del proprio corpo. Il dolore può essere una guida che accompagna la donna in posizioni diverse che andranno a favorire i diversi passaggi nelle fasi di discesa del bimbo nel canale del parto. Ogni momento del travaglio avrà la sua posizione migliore che varia da donna a donna. Il movimento sarà dunque qualcosa che permette di agire per non subire il dolore ma per avercelo come feedback sempre attivo in questa fase preparatoria

Siamo pronti a lasciar andare la mamma, la fase di preparazione è finita e ora rimane l’attesa trepidante del momento in cui tutti i nostri sforzi troveranno concretezza.

Ogni parto è un’esperienza a sé e non è detto che la preparazione fatta dia la certezza di un parto facile ma nella mia esperienza seguire la gravidanza e fare un’adeguata preparazione al parto ha un peso rilevante sulla riduzione degli esiti di questo passaggio sia sui bimbi sia sulle neo mamme. Vedremo i mesi prossimi come poter affrontare un lavoro sui neonati e sulle donne che hanno partorito.

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