Scritto da

Davide Lorenzon

Nel precedente articolo abbiamo visto come valutare e trattare gli aspetti ossei della struttura, quindi il sacro, il coccige, gli iliaci, le lombari, il torace e le cervicali con il passaggio cranio-cervicaleandiamo a valutare che cosa controllare nella giovane madre dal punto di vista viscerale:

Diaframma

Andremo a riprendere la valutazione del diaframma, abbiamo visto che è una zona di fondamentale importanza durante tutti i trimestri della gravidanza e anche durante il parto ha avuto un ruolo molto importante. Una volta che l’addome si “svuota” cambierà anche la tensione che si scaricherà su questo muscolo.

La parte finale della gravidanza, con l’utero che ormai occupava la maggior parte dello spazio dell’addome spingendo tutti gli organi verso le pareti addominali e verso la cupola diaframmatica, può lasciare come ricordo una tensione che porta il diaframma a mantenere una posizione in inspirazione o in espirazione. Sarà quindi fondamentale valutarlo per capire se le due cupole solo libere o in lesione, se c’è tensione del centro frenico e dei pilastri del diaframma

Fegato

Liberato il diaframma andremo a testare e drenare il fegato. Sospeso sotto al diaframma tramite il legamento falciforme, il leg. triangolare di destra e il leg. coronale, viene costantemente aspirato e “spremuto” dal movimento del diaframma stesso. Al momento del parto, l’improvviso svuoltamento della pancia crea una aspirazione dei visceri verso il basso che in alcuni casi può causare delle ptosi. Si viene così a perdere in parte questo stretto rapporto tra diaframma e fegato e questo ne riduce il drenaggio vascolare che alla lunga porta ad una stasi che ne rallenta la funzione.

Stomaco

Come per il fegato, anche questo organo addominale può risentire delle tensioni in compressione subite durante la gravidanza e della forza di aspirazione verso il basso che ha subito al momento del parto e nei giorni successivi in cui la forza di gravità non è sempre controbilanciata da una tenuta della parete addominale.

Reni

Anche per i reni troviamo un discorso simile. Oltre alla ptosi, valuteremo anche la possibilità di movimento che i reni hanno rispetto al “binario” del muscolo Grande Psoas. Faremo un ascolto e andremo a recuperare il movimento di basculamento che fisiologicamente hanno.

Intestino Tenue ed il mesentere

Dopo il duodeno troviamo il digiuno e l’ileo, le tre parti che assieme formano l’intestino tenue. Complessivamente sono lunghi 6 metri e mezzo, un “pacchetto” sospeso e stabilizzato dal mesentere che lo circonda e che a sua volta si inserisce nel peritoneo parietale posteriore attraverso la radice del mesentere. Il mesentere è molto lasso e la stabilizzazione del pacchetto intestinale dipende soprattutto dal quadro colico, dal diaframma addominale e pelvico e dal tono dei muscoli addominali. Questo complesso è fondamentale per le sue funzioni di digestione e assimilazione ma anche come organo immunitario. Certamente gravidanza e parto lo hanno messo in tensioni anomale e ora che l’utero nei giorni riprende via via la sua dimensione fisiologia è utile valutare che tensioni anomale non permangano a livello di questa delicata ed importante zona

Andremo quindi a testare ed eventualmente ad allungare la radice del mesentere e poi testeremo la mobilità globale del pacchetto del tenue in maniera particolare verso l’alto. Se non fosse possibile il movimento andremo ad agire con delle tecniche di scollamento e trazione verso l’alto. Andremo ad agire facendo scivolare il pacchetto intestinale rispetto al piano peritoneale profondo, agendo su eventuali aderenze tra il peritoneo parietale posteriore ed il mesentere.

Utero

La struttura che ha le modificazioni anatomiche maggiori in tutto il processo della gravidanza è sicuramente l’utero, questo si espande nella cavità addominale andando a compattare gli altri organi verso l’alto e in periferia.

L’utero è posto al centro della piccola pelvi, tra la vescica (anteriormente) e il retto (posteriormente) ed è mantenuto in sede da diversi legamenti che verranno stirati in maniera importante durante la gestazione. È coperto da una piega simile al peritoneo, detta legamento largo che, dopo aver rivestito l’utero, si distacca ai suoi lati per fissarsi alla piccola pelvi, venendo a costituire i due legamenti larghi destro e sinistro.

legamenti rotondi sono cordoni fibromuscolari che decorrono lungo i due lati dell’utero fino alle grandi labbra.

legamenti utero-sacrali sono fasci fibrosi contenuti nello spessore delle pieghe retto-uterine che, partendo dall’utero, terminano fissandosi al periostio delle vertebre sacrali.

Le dimensioni dell’utero che andremo a trovare varieranno considerevolmente in base a quanto tempo è passato dal parto. In ogni caso potremo valutare i legamenti larghi per vedere se entrambi permettono una relativa stabilità nei movimenti in laterale dell’utero o se c’è una differenza tra un lato e l’altro. Andremo poi a fare un riequilibrio del legamento uterosacrale per ridare armonia di movimento tra queste due strutture.

Sfeno basilare

Andremo a testare e correggere ogni lesione della base cranica per permettere un buon ritmo ed una buona ampiezza di movimento della sfeno-basilare. Un buon movimento dello sfenoide infatti stimola in modo adeguato l’ipofisi contenuta nella sella turcica. Prolattina ed ossitocina, rispettivamente prodotte dall’ipofisi anteriore e posteriore sono ormoni molto presenti e di vitale importanza per un buon inizio e proseguo dell’allattamento. Ridare movimento alle zone di produzione e riassorbimento di questi ormoni ne mantiene un livello adeguato nel sangue.

Per valutare e trattare tutti questi aspetti può essere sufficiente un trattamento oppure se ci sono dei punti particolarmente rigidi o una sintomatologia specifica è più opportuno dividere il trattamento in più momenti per curare meglio ogni riequilibrio e poterlo riverificare nelle sedute successive.

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