Osteopatia e disturbi dell’ansia

Annalisa Iannotta

Docente EOS, Fisioterapista e Osteopata

 Oggi vorrei parlarvi di una patologia che affligge moltissime persone del nostro tempo: l’ansia e gli attacchi di panico, e di come noi osteopati possiamo interfacciarci ad essa. 

Vi presento il caso di una giovane donna di circa 30 anni che viene in visita perché da circa 2 mesi ha un dolore retrosternale e problemi a compiere un respiro completo. Mi racconta che è stata più volte in pronto soccorso perché non riusciva a respirare, di aver fatto tutti gli accertamenti del caso in cui è stato riscontrato solo un po’ di reflusso. DIAGNOSI: attacco di panico. 

Mi dice che durante questi due mesi i sintomi si sono presentati: dapprima con difficoltà respiratoria, poi con sbadigli continui come per fame d’aria, che sono poi cessati ed evoluti nel dolore retrosternale e nella difficoltà di compiere un atto respiratorio completo se non curvando in avanti il tronco. 

All’osservazione noto un torace chiuso, che sale in maniera forzata durante l’inspirazione: la paziente manda in dentro la pancia, come a impedire al diaframma di scendere, e irrigidisce i muscoli anteriori del collo. Noto, inoltre, una zona di appiattimento delle dorsali medie. Decido di testare subito il diaframma e lo trovo rigido e teso, le coste sono ipomobili e ho difficoltà a penetrare l’emicupola di sinistra. All’ascolto dell’addome, noto uno stomaco in spasmo e dolente, che risale verso la spalla sinistra. 

Inizio il mio trattamento con una siderazione della cupola di sinistra e tecniche vibratorie, lavoro sulle cartilagini condro-costali e contro-sternali, un lavoro di riequilibrio sullo sterno e sulle dorsali medie; questo serve a liberare il “contenitore”. Passo poi a lavorare sullo stomaco, lavorando sul 

legamento gastro-frenico e sulla sua motilità fino a sentire un rilassamento dei tessuti. Lavoro sulla pleura di sinistra con tecniche recoil e con uno stiramento globale, sui legamenti del domo pleurico. Infine, correggo una lesione di C3-C4 (innervazione del centro frenico) e finisco la seduta con un lavoro cranio-sacrale e con il riequilibrio dei 3 diaframmi. 

La cosa particolare è che, durante il trattamento, la paziente ha difficoltà fin da subito a compiere un respiro completo, ma poi, man mano che si rilassa, comincia a sbadigliare, come se ripercorresse i sintomi avuti nei 2 mesi, per compiere infine un sospiro liberatorio. 

Ci rivediamo dopo 15 giorni per un’altra seduta osteopatica e mi racconta che va molto meglio, che i sintomi si presentano solo durante momenti di grande stress e comunque in maniera molto più lieve. Le consiglio quindi di intraprendere un percorso con un terapeuta e di imparare tecniche di meditazione e rilassamento. 

Tutto ciò per dirvi che, come osteopati, non possiamo assolutamente sostituirci agli psicoterapeuti, ma che possiamo comunque agire sui sintomi che l’ansia presenta sul corpo. 

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