disturbi del sonno dei bambini sono frequenti (riguardano quasi un terzo della totalità dei bambini, sia come difficoltà di addormentamento e sia come risvegli notturni) e le loro conseguenze possono essere importanti. Un approccio osteopatico è giustificato tanto più in quanto nella maggior parte dei casi, è l’intera dinamica familiare a patirne le conseguenze (genitori esausti, irritabili, risveglio dei fratelli); mancanza di sonno o sonno di scarsa qualità possono causare, tra l’altro, difficoltà scolastiche, problemi di peso, problemi comportamentali, depressione, ansia, ecc. La cura non sarà solo quella del bambino ma anche quella dei genitori perché anche il loro comportamento contribuisce ai problemi del sonno (ad esempio, e senza alcun giudizio, i genitori che cullano il bambino fino a quando non si addormenta avranno più facilmente un bambino che si sveglia di notte con più difficoltà a calmarsi da solo).

L’anamnesi osteopatica è essenziale nella presa in carico e dovrebbe coinvolgere entrambi i genitori: il tipo di gravidanza, in particolare stress sperimentati, problemi durante il parto, descrizione di cadute e / o traumi del bambino, posizione preferenziale del sonno, che è indicativa perché il bambino di solito sceglie una posizione legata al suo schema lesionale. Un bambino che tende a incastrare la testa tra le sbarre del letto sta cercando di compensare una disfunzione cranica di compressione. Un bambino che gira incessantemente la testa sul cuscino da un lato e poi dall’altro in cerca di una posizione comoda soffre forse di una lesione cranio-cervicale.

La seduta inizia con un riequilibrio cranio sacrale con una presa occipito-sacrale (il bambino è tra le braccia dell’osteopata), quindi valutazione della base del cranio (sfenoide, temporali, occipite, sutura occipito-mastoidea, forame giugulare – IX, X e XI nervo cranico – e la zona sacrale – che interessa i nervi sacrali – per la loro influenza sulla funzione parasimpatica).

Apprezziamo la qualità della tensione della dura madre rachidea: il bambino si lascia mobilizzare in flessione facilmente? La posizione in utero era in iperestensione? Normalizziamo poi la dura madre, in quanto il neonato che piange molto e che non si addormenta soffre forse nell’essere messo in una posizione allungata sulla schiena, dopo essere rimasto a lungo in una posizione fetale in utero. Quindi con una presa dalla volta o in fronto-occipitale, valutiamo la qualità del meccanismo respiratorio primario; cerchiamo la presenza di una lesione somatica che può influire sul movimento del cranio e del MRP sia a livello del cranio che a distanza. Sempre con la stessa presa (meno le dita si muovono e più il bambino si abbandona alle nostre mani), normalizziamo le membrane di tensione reciproca. Le meningi sono in relazione con il liquido cefalorachidiano, quindi è importante garantirne una buona circolazione perché la rigenerazione del cervello che si verifica durante il sonno sembra in parte dipendere dalla circolazione del LCR.

Esistono ovviamente altri disturbi che contribuiscono alle difficoltà del sonno nei bambini: cambiamento di ambiente, contesto familiare, disturbi digestivi, fine dell’allattamento al seno, ansia da separazione intorno agli 8 mesi, problemi ORL …

Alla fine della seduta non mancheremo di dare consigli, come rituali prima dell’addormentamento, necessità del bambino di sentirsi sicuro quando si addormenta, necessità di parlargli normalmente e spiegargli le cose, dormire con le persiane aperte durante il giorno; consigliare se necessario dei fiori di Bach al bambino o alla madre (a seconda del caso in cui un ruolo emozionale abbia un ruolo più o meno rilevanza nei problemi del sonno).

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