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italo zidda

L’osteopatia, come molte altre discipline sanitarie, ha come obiettivo il benessere dell’individuo. L’approccio olistico che ne caratterizza la sua disciplina, mira a individuare la causa o le cause che generano il malessere psicofisico del paziente. L’osteopata in questo suo approccio, potrebbe essere paragonato al buon poliziotto “detective” che conduce la sua indagine alla ricerca del colpevole e relegare quest’ultimo alla giustizia “l’omeostasi”.

Il paziente, la vittima del nostro caso, sofferente e colpito da sintomi vari, si presenta presso il nostro ambulatorio per illustrarci il suo malessere, come farebbe la vittima di un’aggressione recandosi in commissariato per deporre la sua denuncia. L’accoglienza “della nostra vittima” è fondamentale; armati di sorriso e stretta di mano è un buon inizio per guadagnare la sua fiducia. La raccolta dei dati e dei fatti, “l’anamnesi o la deposizione”, avvengono tramite l’interrogatorio/dialogo. Da quanto tempo, dove, quando, di notte, di giorno ecc.… ha mai avuto incidenti… sono solo una parte delle domande che rivolgiamo al nostro paziente. Una volta raccolte tutte le informazioni possibili è necessario l’aiuto dei testimoni tramite il supporto d’imaging che sarà importante per escludere dalla nostra indagine i presunti indiziati. Generalmente, a questo punto, il nostro buon detective/osteopata sostenuto dalla sua esperienza e dall’intuizione, comincerà a formulare delle ipotesi che dovranno essere vagliate dalla raccolta degli indizi e delle prove. Definire uno schema su cui procedere è senz’altro uno dei momenti più importanti del processo terapeutico. I ragionamenti, i collegamenti, le intuizioni rendono questa fase stimolante per chi investiga e cerca di tracciare il profilo del o dei responsabili del malessere del nostro paziente. A questo punto, in un’indagine di polizia, interverrebbe la scientifica per raccogliere gli indizi e catalogare le prove che mano a mano porteranno a definire la realtà dei fatti avvenuti. Il nostro osteopata, così come l’esperto di CSI, valuta con dei test; ascoltando e interrogando il tessuto fasciale, ricercando freni e limitazioni che possono impedire il normale funzionamento di uno o più tessuti, di uno o più organi, di una o più articolazioni…Una volta trovato i colpevoli o il colpevole, per mezzo di tecniche correttive, quest’ultimo verrà consegnato alla giustizia terapeutica “l’omeostasi ”, archiviando l’indagine.

In queste poche righe ho probabilmente esagerato nei paragoni e chiedo venia se posso aver turbato qualcuno o qualcuna. La mia passione per quest’arte terapeutica, giornalmente alimentata e mai monotona, mi pone continuamente davanti a nuovi casi da risolvere con un unico obiettivo, il benessere dei miei pazienti.

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