Le terribili coliche della sera

Davide Lorenzon
Docente EOS, Fisioterapista e Osteopata
Con un bimbo neonato tutti hanno sentito parlare delle coliche. Pianti inconsolabili, bimbi che si straziano agitando braccia e gambe e irrigidendosi in preda agli spasmi.
Tutto questo sembra avere un orario ben preciso: in genere i bimbi iniziano questa loro danza verso le 19 fino alle 21… due tre ore di pianto che porta i genitori a non sapere più come prendersi cura del bimbo e, in alcuni casi, a recarsi al pronto soccorso per controllare che non ci sia qualcosa di grave che disturba il loro piccolino.
Questo malessere può causare anche disturbi nell’allattamento poiché un bimbo che è stanco e agitato non riesce a succhiare serenamente.
Ma che cosa succede? Perché i bimbi reagiscono così in quella fascia oraria?
Le motivazioni, ovviamente, sono molteplici: difficoltà di suzione, tensioni gastro intestinali e del cranio, difficoltà nella gestione dei bisogni da parte del bambino e un problema d’interpretazione del pianto da parte del genitore.
È importante dunque fare una premessa: i bambini funzionano a bisogni. Quando ogni loro bisogno è soddisfatto il loro sistema è in equilibrio e loro sono tranquilli, mangiano, dormono, sorridono. Quando invece c’è qualcosa che li disturba vivono il disagio, che è per loro un campanello d’allarme a cui rispondono nell’unica maniera che conoscono: piangendo.
Il disagio però può essere causato da un bisogno primario come dolore, fame, sonno, bisogno di contatto; ma può anche essere “avere caldo”, “essere scomodo”, “sentire il culetto bagnato”, “sentire l’addome in movimento”, etc etc.
Quando compare questo senso di disagio il neonato non sa interpretarlo e quindi reagisce in maniera aspecifica piangendo; non riesce a definire che cosa sia all’origine di questa sensazione.
Noi siamo abituati ad interpretare il pianto come se fosse quello di un adulto: più forte piange, più grave dev’essere il problema… per un bimbo invece le cose non funzionano in questo modo, la maggior parte delle volte è: più forte piango e più grande è la frustrazione per il bisogno che avverto e che non viene soddisfatto.
Ecco perché nelle coliche ci sono una serie di sintomi da riconoscere e valutare insieme ai genitori e su cui l’osteopatia può agire.
Quello che avviene la sera è che si sommano bisogni diversi. Il bambino inizia ad essere stanco e ad avere più fame (per aumentare il carico di nutrimento prima della notte). L’aumento delle poppate stimola l’attivazione del sistema parasimpatico, mangiando aumenta anche la peristalsi addominale così i bimbi sentono muovere la pancia e ne sono disturbati.
Inoltre, spesso, percepiscono un ambiente circostante che è arrivato alla sera e quindi meno accomodante e paziente rispetto alle loro esigenze.
I genitori, per forza di cose, provano a rispondere al pianto, soddisfacendo un bisogno alla volta; la mamma prova ad attaccare il bimbo pensando che abbia fame, ma lui non mangia perché ha anche sonno …prova ad addormentarlo pensando abbia sonno ma il bimbo ha ancora fame e la pancia che lo disturba perciò non riesce a rilassarsi e a dormire, così prova a cambiarlo ma il fatto di vestirlo e svestirlo lo irrita ulteriormente. L’escalation continua finché anche la mamma e il papà iniziano ad irritarsi perché si sentono impotenti davanti ad un figlio che non si può spiegare per farsi capire.
In genere questo prosegue finché il bimbo è stremato al punto da prendere sonno. Dorme magari 15 minuti per poi essere in grado poi di riordinare i suoi bisogni, mangiare per poi essere più disponibile alla routine della sera.
In tutto questo ha senso l’osteopatia? Certamente si!!! Tanto più un bimbo è in tensione tanto più forti saranno queste reazioni di disagio e quindi quanto prima riusciremo a riequilibrare la struttura e le tensioni ad essa associate tanto meno saranno intense queste reazioni.
L’osteopatia pediatrica è un rimedio delicato che può dare sollievo al bambino. Con un’accurata valutazione si percepiscono le zone di tensione e poi si agisce con manipolazioni specifiche e tocchi leggeri che riequilibrano l’organismo e fanno scomparire i disturbi.
È comunque necessario ricordare ai genitori che non si può rispondere contemporaneamente a tutti i bisogni che il bimbo in quel momento richiede, dunque sarebbe utile essere accoglienti.
È lo stesso stato d’animo di un bimbo che arriva con un ginocchio sbucciato; non si può cambiare l’evento ma si può accogliere e consolare il bambino, rassicurarlo che passerà. Allo stesso modo il neonato non troverà mani ansiose e piene di disagio perché non capiscono cosa fare e come calmarlo ma mani accoglienti e amorevoli che si prenderanno cura di lui.